Quindi un familiare può sempre guidare l’auto aziendale? È sempre assicurata?
Affrontiamo il tema per capire se i familiari del dipendente a cui è stata concessa l’autovettura possono guidare l’auto aziendale. La risposta non è mai così scontata e la prima differenza, come spiegato in precedenza, la fa la tipologia di contratto sottoscritto, ovvero se l’auto è stata concessa con una formula ad “uso promiscuo” oppure no. Solo ed esclusivamente se la formula indicata nel contratto è di questo tipo, sarà possibile utilizzare l’auto per diverse ragioni e non limitatamente per quelle lavorative.
In ogni caso per esser certi occorre sempre verificare l’esistenza dell’ apposita clausola che inibisca o meno l’utilizzo della vettura da persone diverse dal lavoratore indicato nell’accordo.
Solitamente le possibilità sono tre, che vi elenchiamo di seguito:
- la prima e anche la più frequente, prevede che a guidare il veicolo possa essere il solo dipendente.
- la seconda ma meno frequente, è l'uso del veicolo ai familiari conviventi prestando attenzione alla polizza assicurativa che per alcuni motivi potrebbe richiedere una età minima per utilizzare la vettura.
- la terza possibilità, prevede un utilizzo della vettura a chiunque in assoluto. Insomma, per stare “tranquilli” è sempre bene consultare il contratto di assegnazione sottoscritto e la relativa polizza assicurativa.
E per tipologia diversa di veicoli? Ad esempio gli autocarri?
In questo caso sussistono limitazioni ben precise riguardo la presenza a bordo dei relativi passeggeri. In particolare per quanto riguarda gli autocarri per trasporto merci possono salire a bordo solo le persone appartenenti alla società e può essere presente solo il personale addetto al trasporto o al montaggio/smontaggio della merce oggetto del trasporto. Se l’utilizzo dell’autocarro è concesso dietro compenso, esistono ulteriori limiti.
Anche le aziende che concedono l’auto al dipendente sono assoggettate a regole particolari?
La risposta è sì, infatti se al dipendente è assegnata l’auto aziendale e la disponibilità della stessa è superiore a 30 giorni, occorre inviare una comunicazione con il nominativo del dipendente alla Motorizzazione, in quanto la persona non è intestataria del veicolo. In caso di mancanza di invio della comunicazione, viene applicata una sanzione amministrativa pari a 705,00€ con relativo ritiro della carta di circolazione. Una volta presentata la domanda alla Motorizzazione, la quale verificherà la documentazione fornita, eseguirà l’annotazione nell’archivio nazionale dei veicoli e rilascerà una attestazione relativa, da tenere sempre a bordo del veicolo insieme alla carta di circolazione. Se dovesse mancare a bordo tale attestazione, si applica la sanzione dei 705,00€ e il ritiro della carta di circolazione. Tuttavia, l’omissione di tale annotazione non costituisce una violazione delle norme del Codice della strada.
Da ricordare…
Se a guidare l’auto aziendale con contratto a “uso promiscuo”, spesso e volentieri ci sono familiari conviventi dell’intestatario, non è necessario eseguire l’annotazione dei nomi sulla carta di circolazione. Attenzione, però se l’auto è concessa in uso al dipendente che non è il proprietario del veicolo ma lo è l’azienda. In questo caso, infatti, se i familiari del dipendente utilizzano l’auto aziendale per più di 30 giorni occorrerà sempre inviare la comunicazione di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente con tutti i nomi dei guidatori. Verificate sempre e comunque le clausole della polizza assicurativa sottoscritta dalla vostra azienda.
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