Pubblicato il 26.10.2022

Spese condominiali non pagate: cosa succede

Ecco una guida completa per i condomini disperati

Un dubbio che attanaglia molti dei quali vivono in un condominio è di avere un vicino che non paga le spese condominiali. Cosa si rischia? Come tutelarsi?

Spese condominiali non pagate

Nel tuo condominio ci sono inquilini furbetti che non pagano le bollette da un sacco di tempo? Oppure l'amministratore di condominio ignora la situazione?

Purtroppo causa della crisi economica affrontata dal nostro paese, si sente parlare sempre di più di “cattivi pagatori” o condomini morosi. Che siano spese di ristrutturazione del condominio o pagamenti di semplici bollette dell’acqua o del gas, spesso e volentieri sentiamo parlare sempre più di casi di persone che rifiutano di adempiere ai pagamenti e questo, ovviamente, mette in cattiva luce tutto il condominio.
Ma cosa si può fare in questi casi? E soprattutto, come ci si può tutelare?

Cosa fare se un condomino non paga?

L’Art. 1104 del Codice civile stabilisce che: “in caso di bene comune a più comproprietari, ciascun partecipante deve contribuire nelle spese necessarie per la conservazione e per il godimento della cosa comune, nonché nelle spese deliberate dalla maggioranza a norma delle disposizioni del codice civile.”

Il primo passaggio è il sollecito, passaggio che può essere fatto solamente dall’amministratore del condominio. Il sollecito non è altro che un primo avvertimento, non ha naturale legale, che l’amministratore mette in atto per invitare il condomino a pagare la somma entro 15 giorni. Viene spedito via posta raccomandata e deve contenere tutte le informazioni relative alle spese da pagare.

Se questa soluzione non dà alcun tipo di risultato, si tenta una via più dura che consiste nell’avvio di una vera e proprio procedura legale. Come? Attraverso l’invio di una lettera di diffida e di messa in mora. A differenza del sollecito, la lettera di diffida non è più un avvertimento, bensì una conferma dell’intenzione di procedere per vie legali qualora il condomino continuasse a mancare all’adempimento delle spese.


Decreto ingiuntivo e spese legali

L’art. 1129 c.c. prevede che l’amministratore di condominio può richiedere al giudice un decreto ingiuntivo entro 6 mesi dalla chiusura dell’esercizio. Di cosa si tratta? È un provvedimento legale che ordina al condomino il pagamento immediato, altrimenti si rischia di procedere con l’esecuzione forzata.

Si può procedere con la confisca mobili o degli oggetti di valore appartenenti al debitore, ad esempio gioielli, quadri, mobili ed elettrodomestici oppure attraverso un pignoramento presso soggetti terzi, ovvero vengono confiscati eventuali crediti che il creditore può vantare nei confronti dei terzi. L’ultima tipologia di pignoramento è quella immobiliare, che comporta la confisca dell’abitazione del debitore e la vendita all’asta. In quest’ultimo caso, tutto si complica qualora fosse in corso un mutuo per il pagamento dell’abitazione: questo darebbe diritto di priorità alla banca sulla vendita dell’immobile.
Venendo infine alle spese legali dovute all’avvio del procedimento legale, queste dovranno essere sostenute inizialmente dai condomini, che anticipano la somma dovuta. Queste verranno poi rimborsate al termine del pignoramento.

Quali sono i rischi per gli altri condomini?

Vivere in un condominio con dei cattivi pagatori è altamente rischioso. Questo perché il tribunale potrebbe decidere, prima di procedere con il pignoramento dei beni del debitore, di aggredire in conto del condominio e quindi causare un danno economico a tutti coloro che hanno versato i soldi in regola, senza mai saltare un solo pagamento.

L’altro rischio potrebbe essere quello di vedersi interrompere i servizi di luce, gas o ascensore a causa del fatto che il condominio viene inquadrato come condominio moroso. Ovviamente l’amministratore dovrebbe intervenire e purtroppo l’unica soluzione è quella di chiedere a tutti i condomini di anticipare le mensilità dei morosi, in attesa del rimborso.

Come tutelarsi contro i condomini morosi?

Innanzitutto bisogna far intervenire subito l’amministratore di condominio, che ha l’obbligo per legge di farlo altrimenti rischia di essere rimosso per giusta causa ed essere citato in giudizio per risarcimento dei danni.
Se l’amministratore non interviene, il singolo condomino può farlo, ricorrendo in tribunale in quanto sono in gioco interessi comuni. E non solo, bisogna procedere con la revoca per giusta causa dell’amministratore oppure la revoca giudiziale in tribunale.

Quindi, caro lettore, questi sono i due strumenti da utilizzare per tutelarsi contro i condomini morosi. E non dimenticate di fare buon uso di questa guida, in quanto l’ausilio di un avvocato è insostituibile a qualsiasi tipo di consiglio su internet.

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